E’ arrivato il momento di addobbare (o vestire come si dice in Svezia) l’albero di Natale.
Chi ha la fortuna di vivere in campagna in Svezia (e sono molti) e possiede un terreno boschivo ne taglia direttamente uno. In Svezia gli alberi di Natale sono generalmente privi di radici e vengono messi dentro una apposita base, una specie di vaso con dei morsetti che si avvitano per far sì che l’albero stia diritto.
Mia madre raccontava che suo nonno, che viveva in città, andava da uno dei rivenditori per strada, ne sceglieva uno e lo misurava con l’aiuto del suo bastone da passeggio che alzava diritto in alto e l’albero doveva essere alto fino alla punta del bastone (circa 3.00 metri).
Io qui mi limito ad andare in vivaio. Ci tengo però che sia un vero abete e non uno di quegli strani alberi (credo si chiami abete americano) che non profuma di niente e non perde gli aghi. L’albero di Natale per quanto mi riguarda deve essere vero ed profumare di aghi di piano e resina. Quando sono particolarmente fortunata riesco anche a farlo sopravvivere al Natale e allora c’è un gran da fare per trovargli una sistemazione accogliente in qualche giardino o bosco.
In Svezia l’albero veniva addobbato solo il giorno prima della vigilia (di nascosto dai bimbi) con caramelle, biscotti, dolci, frutta, pendagli di paglia (halmfigurer) fatti a mano e nastrini rossi. Tutti i dolci venivano poi mangiati il giorno del “Julgransplundring” (trovate il link qui).
La ricetta per fare i pepparkakor invece la trovate qui. Prima di infornare dovete fare, con uno stuzzicadenti, un foro per far passare il filo da appendere all’albero.
Le candele erano rigorosamente vere (c’era sempre un po’ di apprensione quando venivano accese la vigilia). Ai piccoli vietatissimo entrare nella stanza prima della sera della vigilia.
Beh, poi le cose sono cambiate ed abbiamo iniziato a fare l’albero molto prima e anche io avevo il permesso di partecipare.
E poi una piccola mela che ho appeso all’albero infilando un filo di ferro verde da parte a parte e praticando un’asola alle due estremità.
Oppure si può usare un’arancia e picchettarla con dei chiodi di garofano.
Oltre ad essere decorativa è anche profumata ma …. attenzione a scegliere un ramo bello grosso per appenderla perché diventa parecchio pesante.
Infine potete realizzare con l’aiuto dei bimbi degli involucri per caramelle da appendere all’albero.
Il procedimento è molto semplice:
prendete un rotolo di carta igienica (solo la parte di cartone interna) e lo riempite con dolci vari. Poi lo avvolgete con della carta velina colorata e fate due nodi ai lati come se fosse una caramella. Tagliuzzate la carta sui due lati e appendete all’albero. Ecco fatto!
Le “smällkarameller”, la cui traduzione letterale è “caramelle con il botto”, derivano da un’idea del pasticciere inglese Smith nella metà dell’800 che, lanciando un pezzo di legno nel camino e sentendolo scoppiettare, pensò di rendere più invoglianti e divertenti le sue caramelle inserendo un piccolo botto.
Sono molto popolari in Svezia ed addirittura Jenny Nyström (la nota illustratrice svedese) ha dedicato alle smällkarameller una illustrazione natalizia.
Beh, che dire … Buon Lavoro!
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commento ora anche se il post è di un anno fa :p
…questa è la stessa identica tradizione che c’è/c’era anche in Ungheria..leggere questo post mi ha fatta tornare con la mente a dei bei momenti di quando ero bambina…. grazie.
Ciao Linda,
mi fa piacere che tu sia tornata bambina grazie a questo post.
Succede anche a me quando scrivo i post sul Natale 🙂
Ciao
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