27 gennaio: Förintelsens minnesdag – Il giorno della memoria e Raoul Wallenberg

Il cancello di auschwitz

Il cancello di auschwitz

Oggi scriverò un post su un tema che mi è stato suggerito dalla mia amica Chiara e che offre molti spunti di riflessione.
Il giorno della Memoria (Förintelsens minnesdag) dal 2005 è una ricorrenza internazionale delle Nazioni Unite che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, nel giorno ossia dell’anniversario della liberazione dei prigionieri superstiti del campo di concentramento  di Auschwitz nel 1945, in commemorazione delle vittime dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e in onore di coloro che hanno messo a rischio la proprio vita per proteggere i perseguitati.
Dal 1999  è una ricorrenza nazionale in Svezia.
Vorrei invitarvi ad arrivare alla fine del post: troverete una bellissima e toccante poesia sulla guerra.

Dopo la Seconda guerra mondiale, il termine Giusti tra le nazioni (Rättfärdig bland folken) è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista conosciuto come Shoah.
In Svezia Raoul Wallenberg è uno di questi e il suo nome è inciso sulla lapide nel cortile della sinagoga di Budapest dove appare per primo nella lista.

Raoul Wallenberg

Raoul Wallenberg nel centenario della nascita

Raoul Gustaf Wallenberg apparteneva ad una famiglia di banchieri. Orfano ancor prima della sua nascita (il padre Raoul Oscar morì ad appena 23 anni di un tumore), fu educato dal nonno paterno con l’intento di farne uomo di finanza. Perché non fosse distratto dalle donne (al nipote scrisse in una delle sue lettere: “kvinnlig skönhet ingenting annat är än mer eller mindre väl placerat fett under huden” ossia “la bellezza femminile null’altro è che del grasso più o meno ben posizionato sotto la pelle”) lo mandò prima negli Stati Uniti dove conseguì una  laurea in  architettura, poi in Sud Africa per sei mesi e poi ancora in Palestina presso una banca olandese.
Con la morte del nonno nel 1937 la sua formazione si interruppe e il suo curriculum scolastico poco coerente (unito al fatto che divenne chiaro a tutti che la sua strada non era la finanza) non fu d’aiuto nella ricerca di un lavoro stabile. Alla fine trovò un impiego, grazie ad un cugino del padre, come direttore responsabile per l’estero dell’Ufficio per il commercio con l’Europa Centrale (Mellaneuropeiska Handelsaktiebolaget). Imparò il tedesco, a trattare gli affari e visitò più volte l’Ungheria, tutte qualità che (insieme a quelle innate quali la sua grande capacità persuasiva) gli tornarono utili quando si trattò di andare in Ungheria per salvare migliaia di ebrei dai campi nazisti.
Tutto avvenne quasi per caso e molto rapidamente: il 19 marzo 1944 le truppe tedesche marciarono su Budapest ed instaurarono un governo fantoccio cui seguì, pochi giorni dopo, l’arrivo di  un commando capitanato da Otto Adolf Eichmann (l’esperto degli spostamenti di massa degli ebrei, sfuggito al processo di  Norimberga e rifugiatosi in Argentina: venne arrestato e processato in Israele nel ’61)  con il compito di deportare 800.000 ebrei ungheresi. Tra gli ebrei svedesi cresceva l’ansia per quanto succedeva in Ungheria e si cominciò a studiare il modo organizzare un intervento si salvataggio. Kálmán Lauer, un commerciante ungherese che aveva avuto modo di lavorare con Wallenberg ed aveva con lui stretto amicizia lo raccomandò per l’incarico ma fu alla fine scartato dal rabbino capo che non lo ritenne idoneo.
Nel frattempo gli americani, che fino a questo punto della guerra avevano tenuto un “approcio prudente” rispetto alle deportazioni, istituirono il War Refugee Board (WRB) per organizzare le operazioni di salvataggio con l’aiuto delle nazioni neutrali. E la sede della WRB  di Stoccolma fu  stabilita allo stesso indirizzo della  società per cui lavorava Wallenberg, che poi era anche quello dove aveva sede l’ambasciata americana.
Qui il responsabile della WRB (Iver Olsen) incontrò casualmente Kálmán Lauer che ancora una volta caldeggiò la candidatura di Wallembreg per l’incarico.
Quindi con i soldi degli americani e con la copertura del Ministero degli Esteri svedese (e anche, infine, con la benedizione del rabbino capo), Wallenberg partì per l’Ungheria dove arrivò il 9 luglio del 1944. Qui, lavorando alacremente, consegnò a molti Ebrei dei “passaporti Wallenberg” grazie ai quali riuscirono a salvarsi.
E’ difficile fare la stima esatta di quanti Ebrei furono salvati in questo modo ma si contano a migliaia.
Raoul Wallenberg fu arrestato ed  imprigionato dalle truppe sovietiche nel 1945 come spia americana e di lui non si seppe più nulla. In seguito l’Unione Sovietica dichiarò che morì in prigionia nel 1947, ma i dubbi sulla sua sorte sono tutt’ora irrisolti.

Chi vuole può leggersi il bel articolo (in svedese) di Ingrid Carlberg da cui ho tratto questo sunto  pubblicato su DN il 16/01/2012 a questo link:
http://www.dn.se/dnbok/dnbok-hem/raoul-wallenbergs-vantan-pa-det-stora-uppdrage

Oppure in italiano sul Corriere della Sera (grazie per la segnalazione, Lorenzo!) la risposta di Sergio Romano del 26 ottobre 2014 ad una domanda di un lettore su Wallenberg. Seguite questo link: WALLENBERG, LO SVEDESE CHE SALVO’ GLI EBREI

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Infine una bellissima e triste poesia sulla guerra scritta da Ture Nerman nel 1920, poeta e giornalista rivoluzionario che aderì agli ideali marxisti e bolscevichi.  Fu messa in musica e cantata da Lille Bror Söderlundh nel 1939 e divenne subito molto popolare.
E’ la commovente storia di giovane studente parigino che, come decine di migliaia di altri giovani, trovò la morte in guerra. Riguarda naturalmente un’altra guerra e tutt’altre circostanze ma la trovo molto delicata e profonda.
“Den vackraste visan om kärleken” (“La più bella canzone d’amore”).

Metto anche la traduzione in italiano con testo a fronte.

LA PIU’ BELLA CANZONE D’AMORE

Den vackraste visan om kärleken ………………. La più bella canzone d’amore
kom aldrig på pränt. ………………………………… non fu mai scritta.
Den blev kvar i en dröm på Montmartre ……… E’ rimasta in un sogno a Montmarte
hos en fattig Parisstudent. …………………….. nel cuore di un povero studente parigino.
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Den skulle ha lyst över länderna ……………….. Avrebbe brillato su tutti i Paesi
och tvingat en vår på knä ………………………….. e obbligato la primavera ad inchinarsi
och en värld skulle tryckt till sitt hjärta ………. e un mondo intero avrebbe impresso nel suo cuore
en ny Musset. …………………………………………. un nuovo De Musset
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Han skulle ha vandrat vid kajerna …………….. Lui avrebbe passeggiato lungo i canali
med en blek liten blåögd Lucille ……………….. con una piccola pallida Lucille dagli occhi blu
och diktat violer och kyssar ……………………… e avrebbe cantato di viole e baci
nu en natt i april. ……………………………………. ora, una notte di aprile.
**********************
Den vackraste visan om kärleken ……………… La più bella canzone d’amore
kom aldrig på pränt. ………………………………. non fu mai scritta.
Den begrovs i en massgrav i Flandern ………. Fu sepolta in una fossa comune nelle Fiandre
med en fattig Parisstudent. …………………… assieme ad un povero studente parigino.
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4 Comments

Filed under Poesie svedesi, svezia

4 Responses to 27 gennaio: Förintelsens minnesdag – Il giorno della memoria e Raoul Wallenberg

  1. chiara

    Raul Wallenberg! Un mito!! … e anche il suo amico Karl Lutz!!

  2. Grazie, non conoscevo questo Giusto tra le nazioni, in terra ungherese tanto martoriata prima e poi.

  3. laura

    Per fortuna tanti strazio genera almeno anticorpi. saremmo noi oggi (io x prima) tanto coraggiosi?
    avremmo la coerenza degli studenti della Rosa Bianca o il coraggio dei nazisti che cercarono di fermare Hitler.?
    non credo, quindi……facciamo in modo di non lasciare degenerare tanto “la storia”; tornare indietro poi potrebbe costarci molto di più. .

  4. Bruna

    Grazie, neppure io conoscevo Wallengerg , chiederò a mia nuora svedese di parlarmi di lui…ho una carissima amica che ha avuto il papà prigioniero nel campo di Auschwitz, e si è salvato , perchè sapeva fare il materassaio, e quindi fece per tutto il tempo della prigionia quel lavoro. Tornò a casa dopo la liberzione pieno di malattie e per tutto il resto della sua vita di notte urlava e aveva gli incubi. Tutto questo si riflesse anche poi sulla sua famiglia….la mia amica Lidia ancora oggi ne paga le conseguenze!!
    Non dimentichiamoci per non dimenticare. Ciao Bruna

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