Chokladbollar, Kokosbollar, Negerbollar, Havrebollar: praline di cioccolato ricoperte al cocco e una canzone di Erik Vilde

Kokosbollar

Kokosbollar

Ecco un altro di quei dolci con un sacco di nomi. Un tempo queste praline si chiamavano Negerbollar ma da qualche anno questo termine non si usa più perché considerato razzista, pertanto adotterò la scrittura corrente in Svezia ossia N*bollar.
Ah … se ce la fate ad arrivare alla fine del post trovate anche la ricetta!

In particolare non si usa più nei ricettari e nei menu delle pasticcerie dove si preferisce il “politicamente più corretto” Chockladbollar.

“CACAOKUNGENS RECEPTLÅDA” från MAZETTI, tryckt Wezäta Göteborg 1955

Una pasticceria di Sjöbo chiamò le palline “negerboll” e per questo fu denunciata nel 2003 al “Ombudsmannen mot etnisk diskriminering” (Il difensore contro le discriminazioni etniche). La pratica fu archiviata poiché il denunciante non veniva offeso personalmente ma con una nota di raccomandazione in base alla quale il termine non deve essere usato sia  perché obsoleto sia perché facilmente collegabile a sentimenti razzisti riguardo la schiavitù, l’oppressione e la mancanza di rispetto.

L’argomento è ancora molto vivo ed acceso.
Rimando qui ad un post (in svedese) ospitato da un blog svedese  (LINK) che spiega bene le ragioni del perché non bisogna usare la parola N*r.

Ecco una canzone scritta e cantata dal cantautore svedese Erik Vilde nel 2007.
E’ molto divertente e vi sconsiglio di ascoltarla (* ) leggendo il testo che pubblico con testo a fronte della traduzione in italiano.
(*) Il video (molto carino) in cui Vilde canta è stato rimosso da YouTube in tutte le sue versioni. Immagino l’autore abbia avuto problemi con la canzone. Accontentatevi di leggere il testo!

Stackars lilla negerboll
Döpt utav en man helt utan koll
Men vad gör det?
För alla vet ju att:
Det heter Negerboll
Det heter Negerboll
Allihopa: Negerboll
Ja, det heter Negerboll
Povero piccolo negerboll,
il cui nome è stato dato da un uomo senza controllo
Ma che cosa importa?
Perché lo sanno tutti che:
Si chiama Negerboll
Si chiama Negerboll
Tutti insieme: Negerboll
Si, si chiama Negerboll
* * * * *
Sunes farsa kallar den för wienerbread
Men egentligen så var ju pappan bara rädd.
För mannen var ju svart som natten. Skulle tro,
Om han hade sagt att denna negerbollen,
den är jävligt god.
Negerboll
Ja, det heter Negerboll
Men man vågar inte säga Negerboll
Men det heter Negerboll
Il padre di Sune lo chiama winerbread (* v. nota)
Ma in realtà il papà aveva solo paura.
Perché l’uomo era nero come la notte. E’ già,
se avesse detto che questo negerboll,
è dannatamente buono.
Negerboll,
Sì, si chiama Negerboll
Ma non si osa dire Negerboll
Ma si chiama Negerboll
* * * * *
Och det har det alltid gjort
Och det ska den fortsätta med
Negerboll har alltid vart
ibland bara som smet
Men då heter det Negersmet
Ja, det heter Negersmet
Jodå, jag lovar, Negersmet
Det heter Negersmet
Ed è sempre stato così,
e deve continuare ad essere così
Si è sempre chiamato Negerboll
a volte anche solo l’impasto
Ma allora si chiama Negersmet
Sì, si chiama Negersmet
Sì certo, lo giuro, Negersmet
Si chiama Negersmet
* * * * *
Ann-sofie höll på att dö en dag på café
För lite längre bak i kön, där stog en ne … svart man
Och hon hade tänkt att ta en Negerboll
Men nu började hennes hjärna tappa all kontroll
“Jag ska ha en chokladboll tack” Måste jag säga
“Jag ska ha en chokladboll tack”, inget annat än
“En chokladboll tack”
“Jag ska bara ha en chokladboll tack.
Ja, och så en kaffe förstås.”
Ann-Sophie un giorno stava per morire in un café
Perchè un po’ più indietro nella coda, lì c’era un ne … uomo di colore
E proprio allora aveva pensato di prendere un Negerboll
Ma in quel momento il suo cervello iniziò a perdere il controllo
“Vorrei un Chockladboll, grazie” Devo dire
“Vorrei un chockladboll, grazie”, nient’altro che
“un chokladboll, grazie”
“Vorrei solo un chokladboll, grazie:. Eh sì, anche un caffé naturalmente”
* * * * *
Och hon lyckades faktiskt säga “Chokladboll tack”
Och hon tog sin kopp och gick, men det var då som allting sprack
För när hon vände sig mot kassan, där stod en svart man vid namn Hassan
Och bredvid honom på ett litet runt vitt fat,
där låg en Negerboll
Ja, det var hennes Negerboll
Hon hade glömt sin Negerboll
Ja, hon hade glömt den kvar
Ed effetivamente le riuscì di dire “Chokladboll, grazie”
E prese la sua tazza e se ne andò, e proprio allora andò tutto storto
Perché quando si girò verso la cassa, c’era in piedi un uomo di colore di nome Hassan
E vicino a lui su di un piccolo piattino rotondo bianco,
proprio lì c’era un Negerboll
Sì, era il suo Negerboll
Aveva dimenticato il suo Negerboll
Sì, lo aveva dimenticato lì.
* * * * *
Men Hassan han tar bollen och går
Och Ann-Sofie börjar ta sats
Och just när han når till hennes plats
Så säger hon “Åh, är det där min chokladboll, Negerjävel?”
Negerboll
Ja, det heter Negerboll
Oops, hon sa fel, för det heter Negerboll
Ja, hon menade ju Negerboll
Ma Hassan prende la pallina e se ne va
E Ann-Sophie inizia a prendere posto
E proprio quando lui la raggiunge al suo posto
Allora dice “Ah, è il mio chokladboll, diavolo di un negro?”
Negerboll,
Sì, si chiama Negerboll
Oops, ha sbagliato, perché si chiama Negerboll
Sì, lei intendeva dire Negerboll
* * * * *
Men ni ser ju hur förvirrad hon blev
Berättelsen är sorglig och sann
Och allt det för att undvika att säga Negerboll
Men det heter Negerboll
Allihopa: Negerboll
Kom igen då, Negerboll
Ma vedete anche voi quanto era in confusione
Il racconto è triste ma vero
E tutto questo per evitare di dire Negerboll
Ma si chiama Negerboll
Tutti insieme: Negerboll
Suvvia, Negerboll
* * * * *
Ja, det heter Negerboll
Kom igen då, Negerboll
Allihopa, Negerboll
Ja, det heter Negerboll
Negerboll
Negerboll
Sì, si chiama Negerboll
Riprenditi su, Negerboll
Tutti insieme Negerboll
Sì, si chiama Negerboll
Negerboll
Negerboll
* * * * *

(* nota) Il padre di Sune sostituisce  casualmente il gestore di un chiosco, quando arriva una squadra di basket ed ordina un caffé ……
V
i rimando a quest’altro esilarante link. Guadatelo perché è in inglese ed il senso è molto chiaro. E’ tratto da una commedia svedese  Sunes sommar del 1993 di Stephan Apelgren con Peter Haber, Carina Lidbom e Andreas Hoffer.

Tornando alla ricetta:
si tratta di  praline di cioccolato al cocco veramente semplici da preparare. Non ci vogliono più di 15 minuti!
La ricetta ha diverse varianti ed a seconda dell’ingrediente principale cambia anche nome. Se le praline vengono immerse nel marzapane (verde) si chiamano Dammsugare. In questo caso però i fiocchi d’avena sono sostituiti da bricciole di biscotti.
Nel mio caso le ho rivestite di scaglie di cocco, quindi si chiamano kokosbollar.

Ingredienti per circa 18 praline:

  • 2,5 dl fiocchi di avena
  • 1 dl zucchero
  • 3 cucchiai cacao in polvere
  • 1 cucchiaino zucchero vanigliato
  • 100gr burro (io uso quello danese non salato)
  • 4 cucchiai caffè freddo
  • scaglie di cocco
Kokosboll

Kokosboll

Preparazione:

– Mischiate tutti gli ingredienti facendo attenzione a non lasciare grumi di burro.
– Fate delle palline (non troppo grandi eh!) con le mani.
– Rotolate le palline nelle scaglie di cocco (oppure granelle di zucchero colorato, nocciole o mandorle tritate).
– Raffreddate le palline in frigorifero prima di servirle.

In Svezia sono molto comuni soprattutto nei caffé.

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4 Comments

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4 Responses to Chokladbollar, Kokosbollar, Negerbollar, Havrebollar: praline di cioccolato ricoperte al cocco e una canzone di Erik Vilde

  1. Lorenzo

    Sempre post molto allegri e allo stesso tempo “profondi”…..Grazie !!
    Una domanda: ma i Wienerbread o wienerbrød non sono tutt’altra cosa ?

    • Ciao Lorenzo,
      certo che sono diversi!
      E’ il padre di Sune che non osa dire Negerboll al giocatore di basket e allora dice wienerbread .. dicendo ovviamente una cosa sbagliata.
      Ciao

  2. laura

    Ovviamente ho capito tutto della canzone. Carino sentire come si perde il suono dello Svedese nella canzone. Non lo avrei mai riconosciuto.
    Quanda cagnara per un nome…..antico! 😉
    Bell’articolo, gastronomia e “folklore” insieme.

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