Sì, è così! In Svezia i galletti (notoriamente di sesso maschile) covano!
Avevo già avuto modo di segnalare questa “particolarità biologica” dei galletti svedesi nel post sulla Pasqua (cliccate qui per il link: Påskhare) dove peraltro mettevo in evidenza una ulteriore anomalia biologica: le lepri che covano …
In Svezia, il galletto comparve su un abbecedario per la prima volta nel 1637 con in calce i seguenti versi:
”Med ett Ris som minnet skärper och en Tupp som Russin värper”.
“Con una Verga che aguzza la mente ed un Galletto che cova Uvetta”
Beh, erano decisamente tempi diversi da quelli di oggi … allora si usava picchiare con la verga gli studenti poco diligenti!
Sono riuscita a trovare la scansione di alcune vecchie edizioni di abbecedari svedesi (potete cliccare per ingrandire l’immagine). Ecco il severo galletto con la verga in mano per punire i bambini svogliati!
Il sito della biblioteca di Umeå è straordinario con la scansione completa di molti libri rari. Trovate il link alla biblioteca con la mia ricerca qui: Umeå special collections
Ed ecco un’altra immagine del galletto che vigila sui bambini studiosi.
In tempi più recenti (per la precisione nel 1954) Nils Ferlin (noto poeta ed autore di testi per canzoni di cui ho già parlato qui: Nils Ferlin – En Valsmeldi) ha scritto dei versi un po’ bizzarri per il disco “7 Visor” (7 Canzoni) di Gun Hallnäs edito da Gehrman. Titolo della canzone: “Barnet travar på A B C”
tuppen kommer att värpa!
Morans ögon kan ingen se,
bonden talar med skärpa.
Drängen dolar med snus och dryck,
pigan gnolar ett skillingtryck. (*)
Barnet travar på ABC,
tuppen kommer att värpa.
Gli occhi della madre nessuno vede,
Lo stalliere si crogiola con tabacco e cicchetto,
Strindberg, Hellsing, Setterlind, Ferlin, Martinson, Fröding, Topelius, Lars Forssell, Tage Danielsson.
Quanto il galletto comincia gaio a cantare
ogni mattino quando fa giorno,
ai bambini vuole in un certo senso dire:
alzatevi poiché essere diligenti ha l’oro in bocca
(*) hvar penso sia la scrittura arcaica per varje (ogni).
Il galletto viene anche citato da Elsa Beskow nel libro “Tant Bruns Födelsedag” (Il compleanno di Tant Brun), un seguito del libro “Tant Brun, Tant Grön och Tant Gredelin” di cui ho già scritto (seguite questo link: TANT BRUN, TANT GRÖN OCH TANT GREDELIN) . Qui Farbror Blå (il signor Blu) fa da precettore ai due bambini Petter e Lotta ed ogni volta che sono bravi ed hanno studiato il galletto dona loro qualcosa di buono:
Och när barnen var riktigt duktiga
så brukade tuppen i a-b-c-boken värpa något gott åt dem,
ibland en karamell, ibland en kaka eller en slant
Infine ecco il galletto di Einar Nerman di cui avevo scritto in occasione del post sui proverbi.
… e se volete rinfrescarvi la memoria sui proverbi svedesi seguite questo link: I proverbi svedesi
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Sempre bei post su argomenti molto originali ed ignoti (credo per tutti noi italiani).
Non so se vado fuori tema rispetto al blog che tratta della Svezia ….ma mi sembra interessante (sempre in tema di abbecedari e galletti) ricordare una favola di H.C.Andersen del 1858 dal titolo “ABC-Bogen” (in italiano è nota come ”L’abbecedario” o anche ”Il sillabario”) dove si immagina che in una libreria stiano, accanto agli altri libri, due abbecedari: uno più nuovo, ancora solo manoscritto, parto di un uomo che pensava che ormai ”i vecchi versi degli abbecedari erano così logori e a lui piacevano tanto i suoi” e un vecchio abbecedario che non voleva saperne di stare vicino a quello nuovo . Quindi, il vecchio abbecedario salta giù dallo scaffale e dà uno spintone al nuovo abbecedario che, cadendo, sparpaglia in terra tutti i fogli con i nuovi versi per ogni lettera dell’ alfabeto. A questo punto il gallo (del vecchio abbecedario) che nella ”sua grande letttera brillava con le piume rosse, azzurre e verdi…e se ne stava impettito perché sapeva cosa significavano le lettere e sapeva di essere l’unico vivente in mezzo a loro”…..il gallo –scrive Andersen- ”batté le ali, volò fuori e si appollaiò su un bordo della libreria, si lisciò col becco e cantò tanto da rompere i timpani…..e parlò forte e chiaro del torto fatto al vecchio e rispettabile abbecedario”. Inizia così una vera e propria filippica del gallo contro il nuovo abbecedario citando una dietro l’altra tutte le lettere dell’alfabeto, ognuna con due versi che descrivono i singoli personaggi rappresentati: ”questi versi li trovo davvero banali !”……”adesso tutto dev’essere nuovo, dev’essere diverso! …all’avanguardia, i bambini sono così intelligenti che ora sanno leggere prima di conoscere le lettere…ridatemi i miei vecchi cari versi con la zebra e tutte le figure che ci vogliono; combatterò per loro, canterò per loro !”……questi nuovi versi…..”cerchiamo di concordare sul fatto che non funzionano !” La favola finisce con il gallo che ”si guardò intorno fieramente. ’Io ho parlato bene, ho cantato bene ! Il nuovo abbecedario non sarà in grado di imitarmi ! Morirà di certo ! E’ già morto ! Non ha nemmeno un gallo !’ ”
*il testo originale si può leggere qui
http://wayback-01.kb.dk/wayback/20101105080301/http://www2.kb.dk/elib/lit/dan/andersen/eventyr.dsl/hcaev077.htm
* la copertina di un’edizione (1943) danese della favola si può vedere qui
http://www.dba.dk/abc-bogen-hc-andersen/id-1006386840/
* un’ottima traduzione italiana (seppur con inevitabili adattamenti, ad esempio sono stati tolti i versi per le lettere Ø e Æ che non esistono in italiano) è del germanista e scandinavista Bruno Berni e si trova in H.C.Andersen, Fiabe e storie. Edizione integrale, Donzelli, 2001, ed ha anche una classica bella illustrazione di Frølich con il gallo che declama mentre gli altri libri stanno ad ascoltare
* qui invece una versione spagnola della favola
http://lisarda.blogspot.it/2013/10/hans-christian-andersen-el-alfabeto-abc.html
Grazie per i tuoi commenti sempre molto dettagliati!