Le Svalbard – le isole norvegesi vicine al polo Nord dove si conservano i semi del mondo e dove tutto è diverso da come siamo abituati.

Questo gruppo di isole (la principale e più grande è Spitsbergen) all’estremo nord  del mondo (che contano un totale di circa 2800 abitanti) mi hanno sempre affascinato e chissà se riuscirò mai ad andarci!

Svalbard - karta (cliccate per ingrandire la mappa)

Svalbard – karta (cliccate per ingrandire la mappa)

VIVERE ALLE SVALBARD

Svalbard significa “La costa fredda” (si trova il nome per la prima volta in testi islandesi del 1100) e vivere qui significa vivere ai confini del mondo, un mondo regolato da leggi tutte sue, un mondo in cui bisogna imparare (già a scuola) a maneggiare armi per difendersi dagli attacchi degli orsi polari. Un mondo dove è obbligatorio essere armati se ci si allontana dal centro abitato, con temperature che in inverno possono raggiungere tranquillamente i 30 gradi sotto zero. Un mondo dove è vietato morire ed anche nascere!

Longyearbyen - LINK

Longyearbyen – LINK

A Longyearbyen (circa 2100 abitanti),  la “capitale” delle Svalbard, tutti  girano per strada con il fucile in spalla, anche al bar tutti sono armati, la scuola del paese è circondata da altissime reti e filo spinato. Un cartello stradale ne spiega le ragioni agli ignari (pochi) turisti “Attenti all’Orso”.

VIVERE CON GLI ORSI BIANCHI
Svalbard - Sysselmannen

Quando si esce dal centro abitato è obbligatorio essere armati e per affittare un fucile o comprarne uno bisogna essere autorizzati dal governatore.
Il modo più semplice per i turisti è di muoversi con una guida che porta l’arma.
Mediamente nella scuola ci sono circa 230 allievi (dalle scuole primarie alle superiori) ma il ricambio è altissimo vista la temporaneità della permanenza.
A partire dalle superiori è fatto obbligo di seguire dei corsi sulla sicurezza, gli studenti imparano a sparare e alcuni hanno anche il porto d’armi.
E’ successo più volte che il Governatore dell’isola chiamasse la scuola per raccomandare gli insegnanti di non far uscire gli allievi poiché era stato avvistato un orso nelle vicinanze.
C’è una data che tutti si ricordano: il 5 agosto 2011. Quel giorno un enorme ed affamato orso polare attaccò un gruppo di studenti che stava campeggiando. Arrivò di notte, quando tutti dormivano dentro le tende, uccidendo un ragazzo di 17 anni, Horatio Chapple, che morì all’istante e ferendone altri quattro.
In generale gli orsi non attaccano, e vengono spaventati dal rumore delle motoslitte. A volte è sufficiente sparare un colpo in aria per farli allontanare. Sono una specie protetta dal 1973 e possono essere uccisi solo in caso di reale pericolo.
Alcuni orsi poi sono specializzati in vere e proprie effrazioni nelle case (in generale case non abitate di vacanza). E se un orso si mette in testa di entrare non ci sono serrature o finestre che tengano. Entrano direttamente dentro alle pareti. E fanno razzia di tutto quello che trovano di commestibile.
Isbjörn - LINK

Isbjörn – LINK

Se vi piacciono gli orsi bianchi provate a guardare i miei oggetti in vendita cliccando sul link qui sotto

Notebook with arctic polar bear
Notebook with arctic polar bear by Kardemummadesign

ALLE SVALBARD NON SI NASCE E NON SI MUORE

La maggior parte degli abitanti delle Svalbard sono lavoratori temporanei venuti da altre parti del mondo.
La legge norvegese sull’immigrazione qui non è applicata e i cittadini di tutti i paesi che hanno sottoscritto il trattato della Svalbard possono venire senza bisogno di visto.
La permanenza media è di tre anni, molti lavori hanno un contratto a termine di 5 anni anche se ci sono casi di persone che si sono fermate anche 40 anni. La maggior parte dei lavoratori lavora nelle miniere, nella ricerca, l’istruzione, il turismo.

Da qui tutti sanno di doversene andare prima o poi.

La vita, si sa, funziona così, si nasce si vive e si muore ma non alle Svalbard dove c’è il divieto di essere sepolti, perché a causa del permafrost e delle temperature perennemente fredde i corpi non si decompongono.

Qui non si può neanche nascere in linea di principio perché due settimane prima della nascita bisogna (per legge) recarsi sulla terra ferma.
A Longyearbyen non c’è nessuna casa di cura per anziani. Nel caso di grave malore, le autorità locali provvedono al trasporto del paziente, in aereo, al più vicino ospedale, a circa due ore di distanza.

 Una canzone svedese di Povel Ramel recita ”Ta av dig skorna” (togliti le scarpe) e quasi potrebbe essere la canzone nazionale delle Svalbard perché qui persino quando si entra negli uffici pubblici ci si tolgono le scarpe. E questa diventa una abitudine alla quale anche i turisti si abituano facilmente. Si lasciano fuori dalla porta.
A proposito dell’argomento scarpe potete leggere questo post (LINK).
I CENTRI ABITATI
Barendsgurg - Crest

Barendsgurg – Crest

Oltre alla capitale Longyearbyen, esistono altri piccoli centri abitati.
Il secondo centro abitato delle Svalbard è Barentsburg, una comunità russa ed ucraina di minatori che conta circa 850 anime.
Dista da Longyearbyen circa 55 km ma tra le due città non esistono strade di collegamento e per muoversi si usano motoslitte, pattini, si va a piedi oppure (d’estate) in barca.
Oppure, perché no? Ci si può far trainare dai cani da slitta.

Svalbard - Cani da slitta

Ny-Ålesund è un centro di ricerca di circa 500 ricercatori provenienti da tutte le parti del mondo, Svea è un paese minerario e Hornsund è una stazione di ricerca polacca.

Ny-Ålesund - Link

Ny-Ålesund Link

LE AREE PROTETTE

Il 65% del territorio delle Svalbard è protetto, si contano tre riserve naturali, sei parchi nazionali, 15 aree protette per uccelli e ed un’area protetta dal punto di vista geologico.
Il ghiacciaio più grande della Norvegia (Austfonna) si trova sulle Svalbard  ed è per superficie ghiacciata al terzo posto dopo l’Antartide e la Groenlandia con una superficie ghiacciata di 200 km.

IL CLIMA 

Per molti mesi il sole non sorge alle Svalbard mentre nei mesi estivi il sole non tramonta mai.
Le temperature sono comunque relativamente miti considerata la latitudine. A Longyearbyen la temperatura media invernale è di – 14 °C anche se ci sono lunghi periodi in cui la temperatura scende fino a -20°C -30°C. La temperatura più bassa registrata è quella del marzo del 1986 quando la temperatura scese a – 46,3 °C.

Durante i mesi la temperatura media è di +6 °C e la temperatura più alta si è registrata nel 1979 (+ 21,3 °C). Durante l’estate capita spesso che ci sia nebbia.

IL VIRUS DELL’INFLUENZA SPAGNOLA DEL 1918

Le conseguenze di queste temperature comunque glaciali si fecero sentire durante la pandemia tra il 1917 e il 1920. Le autorità del luogo, diversi anni dopo, si accorsero che i corpi delle persone defunte, non si decomponevano rimanendo quasi del tutto intatti. Subito pensarono che il vecchio virus non fosse mai stato sconfitto, sopravvivendo nei cadaveri sepolti. Anche se nessuno fu più colpito dal virus, per precauzione e anche un po per timore, nel 1930 il cimitero venne chiuso definitivamente proibendo così ogni sepoltura.

A questo proposito riporto un articolo di Francesco Santoianni che potete anche leggere integralmente seguendo questo link: ALLA RICERCA DEL VIRUS DELL’INFLUENZA

I ragazzi della nave (di Francesco Santoianni)

Nella lattiginosa luce del Circolo Polare, il battello “Forsete” entrò nel porto di Longyearbyen, nelle isole Svalbard, il pomeriggio del 24 settembre 1918. Sbarcano in fretta i passeggeri: pescatori norvegesi che, come ogni inverno, si recano a lavorare nelle miniere dell’isola. Ma non tutti: Hans, Ole, Magnus, Tormod, Johan, Williani e Kristian continuano a giacere, febbricitanti, avvolti in coperte sul ponte della nave. Hanno tra i 19 e i 27 anni e i loro corpi, fino qualche giorno prima pieni di vigore, sono ora flaccidi, stremati e dalla pelle divenuta diafana continua a spurgarsi un sudore biancastro, appiccicoso, caldissimo. Con un filo di voce supplicano aiuto ma c’è il vuoto intorno a loro. Infine, qualcuno li trasporta in una casupola di legno a fianco della chiesetta di Longyearbyen e lì, con i polmoni soffocati dal sangue, trovano la morte. La notizia fa in un attimo il giro dell’isola e, tra le centinaia di minatori, una parola carica di terrore passa di bocca in bocca: “Spagnola”
(…) Per tre giorni, nessuno ha il coraggio di avvicinarsi a quei cadaveri che qualcuno propone di distruggere dando fuoco alla casupola. Infine un minatore, mosso a pietà, fora con un trapano lo strato perennemente congelato che sovrasta l’isola, il permafrost, e nella stretta buca inserisce una carica di dinamite; l’esplosione scava una fossa profonda tre metri nella quale deposita i sette corpi.
Resteranno lì per ottanta anni fin quando, nell’agosto 1998, le loro tracce appaiono sul monitor di un georadar GBR (Ground Penetrating Radar). Finalmente la dottoressa Kirsty Duncan ha trovato il suo tesoro. Per cinque anni questa paleopatologa canadese ha scartabellato libri e polverosi archivi per localizzare corpi uccisi dalla “Spagnola” che, essendo stati sepolti in terreni perennemente ghiacciati, possono conservare tracce del virus. O, addirittura, il virus ancora vivo. Anche per questo la riesumazione dei corpi sembra la scena di un film di fantascienza. Sul luogo dello scavo viene eretta una struttura ermetica a depressione per scongiurare una eventuale diffusione verso l’esterno di microrganismi. Lì il dottor Charles R. Smith, sigillato in una spettrale tuta bianca, completa di casco e autorespiratore, si china nella fossa appena scavata e con una sonda estrae dai cadaveri congelati brandelli di tessuto polmonare, pezzi di fegato, di milza. I reperti, chiusi in doppi contenitori di acciaio, vengono portati con urgenza nei laboratori di massima sicurezza P4 dell’Università di Toronto per essere analizzati. Intanto una paura comincia a serpeggiare sui mass media: e se il virus dell’influenza spagnola ibernato da ottanta anni nel ghiaccio si risvegliasse?”

Kirsty Duncan - Hunting the 1918 fluE se invece volete leggere il libro scritto dalla Dunkan (in inglese) lo trovate qui:
HUNTING THE 1918 FLU

LA “SVALBARD GLOBAL SEED VAULT”

Alle Svalbard, sull’isola di Spitsbergenin, è stata realizzata una cassaforte dei semi, una sorta di arca di Noé dei semi, la”Svalbard Global Seed Vault”.

Si tratta di un deposito sotterraneo creato nel 2008 per custodire la più grande varietà possibile di sementi provenienti da ogni parte della Terra e preservare così la biodiversità agricola.
 La struttura è composta da tre sale che possono ospitare fino a 1,5 milioni di campioni ciascuna ed è gestita dal governo di Oslo insieme al Global Crop Diversity Trust, una fondazione che si occupa di aumentare la sicurezza alimentare nel mondo.
Svalbard Global Seed Vault

Svalbard Global Seed Vault – LINK

Lo Svalbard Global Seed Vault è progettato per resistere un millennio e al verificarsi di disastri naturali o causati dall’uomo. Dalla caduta di asteroidi a una guerra nucleare.
I semi sono incasellati in depositi di roccia a 120 metri di profondità e vengono conservati in un ambiente secco, ad una temperatura media di -18°C. Il permafrost e il terreno perennemente ghiacciato funge da refrigerante naturale aiutando il deposito a mantenere una temperatura rigida e costante.
 Il più recente invio al deposito risale a febbraio 2014, in occasione del sesto anniversario dell’apertura ufficiale: 20mila varietà di semi provenienti da Giappone, Brasile, Perù, Messico e Stati Uniti.
Per saperne di più sul “Global Seed Vault”:

Ministry of agriculture and food (Norway) – Svalbard Global Seed Vault – LINK
Ministry of agriculture and food (Norway) – Artic Seed Vault opens doors for 100 million seeds – LINK
Expo Magazine – I semi di tutto il mondo si custodiscono alle Svalbard – LINK

I GRANDI “MOSTRI DEL PASSATO”

Alle isole Svalbard nel 2006, nel corso di campagne di scavo cominciate nel 2004 e terminate poi nel 2011,  sono stati trovati i resti congelati del cosiddetto Predator X, un esemplare di pliosauro di grandi dimensioni  vissuto all’incirca 147 milioni di anni fa, all’inizio del Cretaceo:ben 11 metri di lunghezza, un cranio di circa 3 m, ed una massa di circa 10 tonnellate.
La dimensione della testa denota una potenza offensiva eccezionale. Secondo i calcoli dei ricercatori i denti affilati del colosso marino potevano stritolare le prede con una forza pari a undici volte quella di un Tyrannosaurus rex e tredici quella di un alligatore (l’animale che attualmente detiene il primato del morso più potente).

Predator X - LINK

Predator X – LINK

Per saperne di più sul  Predator X:
The mystery of Predator X  – LINK
Scoperto il «T-Rex » dei mari – LINK

LA SERIE TELEVISIVA

Alle Svalbard è ambientata una recente serie televisiva prodotta da Sky Atlantic.

Svalbard - Fortitude - LINK

Svalbard – Fortitude – LINK

Trama (LINK):

Fortitude è il nome della fittizia cittadina delle Isole Svalbard in cui è ambientata questa serie tv. A Fortitude abita poca gente, meno di mille persone, in gran parte minatori e ricercatori. I primi non serve spiegare cosa facciano, i secondi studiano clima e fauna del luogo. Oltre a loro, c’è ovviamente un po’ di gente che lavora nei negozi e nei servizi vari, tra cui una governatrice, qualche poliziotto e vari medici. Nonostante il clima, Fortitude viene descritta come una sorta di paradiso: tutti lavorano, nessuno è povero, nessuno commette crimini.

La polizia, insomma, si limita a controllare che i rari turisti e visitatori non se ne vadano in giro mettendo a rischio la propria vita. Perché sarà anche un paradiso, ma per ogni abitante ci sono almeno 4 orsi polari. E non sono esattamente dei cuccioloni. Nonostante questi Teddy Ruspin delle nevi, tutto scorre tranquillo, fino a quando il capo dei ricercatori non viene ucciso in casa propria in modo parecchio cruento. E da lì parte l’indagine, che, come da tradizione, andrà a svelare tutti i segreti degli abitanti di questo posto dimenticato dall’iddio.

DOVE MANGIARE

Sulle isole Svalbard (soprattutto nei mesi invernali) non è semplice avere frutta e verdura freschi. Meglio non farsi tentare e puntare sulle patate.
I locali dove mangiare si contanto sulle dita di una mano.

Svalbard Hotel RadissonEcco quello che dovrebbe essere uno dei migliori ristoranti (che funziona anche come albergo): Brasserie Nansen, Radisson Blu Hotel, Longyearbyen (LINK).

Generalmente si può scegliere tra una cena a buffé oppure il menu alla carta (in genere quattro portate).
I prezzi non sono economici (considerato anche il cambio con la corona norvegese). Il servizio è di qualità e molto spesso il personale  è svedese.
I tavoli sono sistemati in un unico grande locale, molto luminoso in estate quando il sole non tramonta mai e con una vista a dir poco unica, usato in precedenza come sala pranzo dalle truppe americane in occasione dei giochi olimpici di Lillehammer del 1994.  Gli svedesi (appassionati gourmand – LINK) che hanno cenato qui hanno così giudicato (ogni commento è superfluo):

Cibo: 4/10
Servizio: 7/10
Rapporto qualità/prezzo: 4/10
Ambiente: 9/10
Totale: 24/40

Generalmente nel menu sono compresi
Carpaccio di balena
Salmerino alpino
Taste of Svalbard (balena, foca, renna)
Un dolce

VIAGGI ORGANIZZATI (per la conversione dei prezzi andate QUI)

Dopo aver letto tutto questo vi è venuta (come a me) voglia di fare un viaggio alle Svalbard? Iniziate a risparmiare!
Ecco alcuni viaggi che ho trovato con alcune indicazioni di prezzo 2015 (giusto per rendere l’idea dell’effort).

POLARQUEST (LINK)

Polarquest - Svalbardsresa
7 notti in crociera ed una notte in albergo (massimo 53 passeggeri)
Cabina con due letti singoli oppure con letto matrimoniale
Tutti i pasti
5 guide (per 53 passeggeri – quindi gruppi di circa dieci) con guida in inglese
Tutte le escursioni
Esclusi i voli
Prezzo per due persone 7090 USD

OCEANWIDE EXPEDITIONS (LINK)

© Erwin Vermeulen

© Erwin Vermeulen

7 notti
Tutti i pasti inclusi snacks e caffé
Tutte le attività escursionistiche (anche con Zodiac)
Cabina con due letti singoli
Esclusi i voli
Prezzo per due persone 8500 EUR

GRÖNLANDSRESOR (LINK)

© Rinie Van Meurs

© Rinie Van Meurs

7 notti
1 notte in albergo a Longyearbyn
Tutti i pasti
Escursioni ed attività giornaliere e guide in inglese (e svedese)
Esclusi i voli
Prezzo per due persone circa 90000 SEK

HURTIGRUTTEN (LINK)

Hurtigrutten - Svalbardsresa
9 notti
Pensione completa
Cabina doppia
Una notte in albergo a Longyearbyan
Giacche
Escursioni ed attività
Guida in inglese
Esclusi i voli
Prezzo per due persone circa 85000 SEK 

Rassegna stampa:

Federica Seneghini – Nelle terre degli orsi polari dove è vietato nascere e morire – Corriere della sera esteri – 30 novembre 2015 – link

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4 Comments

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4 Responses to Le Svalbard – le isole norvegesi vicine al polo Nord dove si conservano i semi del mondo e dove tutto è diverso da come siamo abituati.

  1. Centesimo su centesimo messo da parte… forse un giorno

  2. Ora posso dire di conoscere un po’ le Svalbard!

  3. Bruce Stevens

    Laudie. This has been a cold winter in the US. I even wanted to see if our friends in Quebec were this cold, as we are always saying the cold is coming down from Canada. I went there three time in January and February. The first time ,with the wind , the temperature was minus 40. That was cold enough for me. You can go to these cold islands, I will get a hot chocolate for you when you return.

    Bruce

    • Diario Nordico

      Hi Bruce,
      nice to read you here!
      I take it as a promise … a hot chocolate.
      Hope to see you soon!

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