Come è noto il 29 febbraio è un giorno aggiunto negli anni bisestili e viene detto giorno bisestile con cadenza appunto quadriennale. Fino al 1999 in Finlandia e Svezia il giorno bisestile (Skottdagen) è stato considerato il 24 febbraio in accordo con il calendario giuliano.
La ragione per cui il giorno bisestile è alla fine di febbraio e non alla fine dell’anno dipende dal calendario romano che veniva usato prima di quello giuliano in cui l’anno cominciava con il mese di marzo. I romani avevano l’abitudine di contare i giorni mensili sottraendoli a determinate festività, come le Idi e le Calende, contando anche il giorno di partenza; quindi tra il 24 febbraio e il 1º marzo (che coincide con le Calende di marzo) ci sono appunto sei giorni (24-25-26-27-28-1).
Nel calendario giuliano, introdotto nel 46 a.C. si utilizzavano gli anni bisestili per compensare il fatto che la durata dell’anno solare non è data da un numero intero di giorni. Il giorno in più nel calendario giuliano si aggiungeva dopo il 24 febbraio (sexto die ante Calendas Martias nella lingua latina) e si chiamava bis sexto die (sesto giorno ripetuto) da cui l’aggettivo “bisestile”.
Quindi il giorno bisestile capitava proprio alla fine del calendario romano.
Oggi i giorni di febbraio vengono semplicemente numerati a partire da 1, per cui normalmente si considera che il giorno aggiunto sia il 29.
Solo in Svezia il 1712 fu un anno “doppiamente bisestile”. Quell’anno infatti il giorno bisestile divenne il 25 febbraio e furono quindi aggiunti due giorni al mese, ossia il 29 e il 30 febbraio (confesso di essere un po’ confusa al riguardo).
Mentre nella tradizione popolare italiana l’anno bisestile sarebbe foriero di sventure, secondo il detto anno bisesto, anno funesto, in Svezia e in molti paesi anglosassoni nel giorno aggiunto dell’anno è consentito alle donne dichiararsi agli uomini.
Nel medioevo e fino al 1800 c’era una legge non scritta nelle isole britanniche secondo la quale l’uomo che rifiutava una donna che si dichiarava nel giorno bisestile aveva degli obblighi morali che consistevano nel darle un bacio, della biancheria di seta costosa oppure un paio di guanti. Secondo questa vecchia tradizione le donne si potevano dichiarare solo nel giorno bisestile.
Sembra che questa tradizione prenda origine da una leggenda irlandese del 1400.
La leggenda narra che il patrono dell’Irlanda S:t Patrick divenne uno dei primi “apostoli dell’uguaglianza” quando consentì alle donne di dichiararsi una volta ogni quattro anni. Secondo questa tradizione la proposta di matrimoio doveva essere presa in seria considerazione ed in caso di rifiuto bisognava appunto corrispondere un regalo costoso.
In ambito di Comunità Europea alla fine degli anni ’90 si è stabilito che a partire dall’anno 2000 il giorno bisestile debba essere ufficialmente il 29 febbraio.
Infine una nota di colore: nel febbraio del 1988 la città di Anthony in Texas, USA sì è autoproclamata “città mondiale dell’anno bisestile” con la creazione di un club internazionale per tutti quelli che sono nati nel giorno bisestile.
Bellissimo ed intressantissimo articolo accompagnato, come al solito, da rare (almeno per noi) e belle illustrazioni .Non mi è però chiaro che fino al 1999 il 24 febbraio fosse considerato il giorno bisestile. …cioè? Il 29 febbraio esisteva sempre no ? E quindi……..????
Ciao Lorenzo, penso che ci fossero due 24 febbraio di cui ero il”sextio die ante” il secondo era il “bis sextio die ante” …. almeno questo èquello che mi pare di capire.
Grazie per tutte queste informazioni e le divertenti immagini:o))
E buon 29 febbraio!
Trovo tanto interessante le varie usanze, per le donne e non solo, dell’anno bisestile. I disegno sono deliziose e mi ricordo una Svezia lontana… Quante belle tradizioni!!!