N***R
Il negro è uno strano tipo,
nero come lo stesso spazzacamino.
La prima bozza è di tre anni fa. Lo faccio o non lo faccio questo post. Ok, lo faccio! Il dibattito in Svezia è molto acceso ed il post di conseguenza è ……. mooooolto lungo e non è neanche completo. So di muovermi in un terreno molto scivoloso. Il dibattito sulle parole politicamente scorrette è sempre rovente in Svezia e negli ultimi anni si è arrivati addirittura a censurare parole e interi libri, soprattutto di letteratura infantile, ritenuti denigratori o politicamente scorretti. Qui di seguito alcuni esempi.
Oggi sono tutti del parere che questa parola non debba essere usata e ci sono persino state delle campagne che chiedevano di vietarne l’uso.
In un unico caso è consentito usare questa parola, ossia quando si discute della parola stessa ed in questo caso viene spesso virgolettata per sottolineare la presa di distanza dalla parola (che è quello che farò io in questo post).
“Tutto sommato non si trattava di grosse modifiche” disse Cecilia Nilson, capo redattrice di Rabén & Sjögren.
Questa descrizione ricorda i varietà in voga negli stati Uniti nell’800 (chiamati Minstrel) in cui i bianchi si travestivano da neri e si prendevano gioco di loro.
Secondo Mats Söderlund, presidente del Svenska författarförbundet (l’associazione che raccoglie gli scrittori), Åke Holmberg non poteva essere definito razzista, semplicemente viveva nel suo tempo e a quel tempo era normale esprimersi così.
E dello stesso orientamento era anche lo storico Peter Englund, segretario permanente fino al 2014 della Svenska Akademien (LINK), l’istituzione che si occupa delle questioni inerenti la lingua svedese.
Nel libro del 1946 “Pippi Calzelunghe sale a bordo” di Astrid Lindgren edito sempre da Rabén & Sjögren, nel capitolo in cui Pippi parla di suo padre, lo descrive come “Negerkung”, “re dei negri”.
Trovate un mio post sul libro qui: PIPPI LÅNGSTRUMP.
Potresti dire ai tuoi figli che ci sono anche in Svezia persone che mentono, specialmente i politici.
Fai un grande saluto ai tuoi bambini da parte mia che sono la mamma di Pippi e dì loro che non intende nulla di male quando dice quanto mentono in Egitto poiché lei stessa mente incredibilmente tanto.
A proposito del dibattito razzista sui libri di Pippi, ecco un altro interessante articolo (in svedese): LINK
Solo i negerbyn è un libro del 1941 che oggi non potrebbe essere pubblicato. L’autore è Per-Erik Rundquist e le illustrazioni sono di Robert Högfeldt. Il libro narra le avventure di una piccola bambina molto chiara di carnagione e dai capelli biondissimi nata in Africa da genitori neri.
L’illustratore e pittore svedese Robert Högfeldt fu spesso accusato di rappresentare contenuti razzisti nei suoi dipinti ma alcuni di questi sono esposti anche al Museo Nazionale.
Ecco un esempio di un suo quadro politicamente scorretto:
Ed a proposito di “paese dei negri” e coccodrilli ecco un altro esempio di censura. Questa è una canzone che da piccola cantavo spesso con mia mamma che suonava al pianoforte. Confesso di non aver mai avuto sentimenti razzisti cantandola ma si trattava di tanto tempo fa.
Ed acco il testo della canzone con traduzione a fronte.
Altro esempio che risale però a parecchio tempo prima è il libro Pyttans ABC del 1896 di Albert Engström, Verner von Heidenstam, Gustav Fröding e Birger Mörner.
In questo libro alla lettera N i bambini che dovevano imparare a leggere trovavano la parola “Niggern” (Il negro) il quale (nella definizione) “è così nero sulla pancia che lui stesso ha paura del buio anche durante il giorno“.
Alla lettera E incontrano ”Kaffern”. “Kaffer”, dall’arabo kuffar, e afrikaans kaffir, è un termine denigratorio per indicare i neri e quelli di origine nera. Il termine veniva usato in Sudafrica durante l’apartheid. Non ho trovato la traduzione italiana del termine. Si potrebbe dire cafiro ma in generale il termine significa “infedele”.
E cosa dice la bionda signora alla piccola (altrettanto bionda) bambina per sgridarla ed insegnarle a fare pipì nel vasino?
“Solo il Kaffer, mia piccola Pyttan, fa pipì dove e quando vuole“.
Beh, credo non ci sia bisogno di commentare ….
Più recentemente anche le famose strisce francesi di Tintin sono finite sotto accusa in Svezia perchè nel settembre del 2012 una biblioteca di Stoccolma prese la decisione di spostare i libri di Tintin dal reparto bambini a quello adulti poiché il contenuto veniva considerato razzista. Dopo numerose proteste che assimilavano la decisione ad una vera e propria censura, i libri furono rimessi al loro posto.
Il cane:
tintin, in fondo c’è qualcuno che chiacchiera
Tintin:
Incominciamo con alcuni semplici esempi di addizione. Quanto fa due più due? …
Qualcuno? … Nessino? … Due più due è uguale a? …
La questione era che secondo il responsabile artistico della Casa della Cultura Behrang Miri (che ha preso la decisione), la serie (che oramai ha quasi 90 anni), mostrava una idea stereotipata e razzista degli africani. Tintin rispecchiava a suo dire una figura che agli occhi di un bambino (incapace di analisi critica), mostrava una cultura coloniale nel confronti del paese africano.
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PEPPARKAKOR
Sì, proprio loro, i biscotti svedesi che tutti amano (LINK), sono caduti dell’occhio del ciclone. E non per i biscotti in sè ma per il trenino che si fa per Santa Lucia nel quale alcuni bimbi si travestono da pepparkakor. Ecco quello che è successo in una scuola svedese nel 2012.
Mio ha 10 anni e da sempre interpreta il ruolo di una pepparkaka nel trenino di Santa Lucia della scuola. Ma quest’anno no, non potrà vestirsi da pepparkaka e nella sua scuola non si potrà cantare la canzone ”Vi komma, vi komma från Pepparkakeland …” né offrire, come di consueto, le pepparkakor (questo il LINK al testo in svedese) al passaggio del corteo.
La canzone, che è una vecchia canzone, recita così (metto la traduzione in inglese)
Gingerbread song: LINK YOUTUBE
“We come, we come from gingerbread land,
and the road and the path we have walked hand in hand.
So brown, so brown, we are all three,
currants for eyes and hats askew.
Three guys, three guys from gingerbread land
For Christmas for Christmas, we come hand in hand.
But Santa and goat we left at our fireplace,
they did not want to travel from our gingerbread pig. ”
Mio, deluso, racconta la cosa alla mamma Jenny Simic e spiega che la ragione è che qualcuno potrebbe prendersela a male. Jenny ha telefonato allora alla scuola per chiedere spiegazioni. L’insegnante le ha confermato che le cose sono proprio come aveva detto il figlio. La reazione di Jenny è stata allora di dire che il figlio non avrebbe partecipato ad un trenino che sostiene il Ku Klux Klan, perchè è questo quello che sembrano i ragazzini quando entrano con il loro cappello a punta ed i vestiti bianchi.
Intervistata, la Mamma di Mio ha affermato che questo atteggiamento può solo ottenere l’effetto contrario. Si eliminano delle tradizioni per non offendere nessuno. Tale scelta potrebbe essere interpretata in maniera dimetralmente opposta “gli scuri di pelle non sono uguali a noi?”, chiede … e ancora “gli scuri di pelle non possono partecipare?”
Qualche giorno dopo il fatto, la mamma di Mio ha mandato un messaggio all’insegnante per chiedere se il divieto di vestirsi da pepparkaksgubbe fosse ancora in essere. La risposta è stata che sì, c’era ancora il divieto e che non sarebbero stati offerti pepparkakor a causa del fatto che qualcuno poteva essere allergico (sì, dice proprio così).
La questione ha suscitato parecchio clamore e la scuola ha rivisto la sua posizione consentendo a chi lo desiderava di vestirsi da pepparkaksgubbe.
Su questo argomento si può leggere (in svedese) QUI oppure, sia sull’argomento specifico che sulla questione del razzismo in generale) QUI (testo in inglese scrollando in basso).
La Santa Lucia di colore della pubblicità di ÅHLENS
Grande scalpore ha suscitato una pubblicità del noto grande magazzino Åhlens che per festeggiare la festività di Santa Lucia ha utilizzato una graziosa bimba scura di pelle.
Il grande magazzino è stato costretto a fare marcia indietro e a ritirare la pubblicità incriminata.
Per approfondimenti LINK
Oggi comunque è politicamente scorretto chiamare queste praline N*rboll e si usano altri termini per definirlo tra i quali il più usato è Chockladbollar. Ma il dibattito a proposito del nome di questi dolci è molto vivace. In molti non si rassegnano a cambiare il nome del dolce preferito della loro infanzia.
Alcuni si appellano alla tradizione e continuano a chiamarli con il loro vecchio nome … altri si indignano.
Ecco per esempio una targhetta messa in un negozio:
C’è anche qualcuno che fa dell’ironia sul colore dei dolci.
I gestori di un ristorante di Stoccolma (Il Kåken) del famoso cuoco televisivo Niklas Ekstedts, Joakim Almqvist e Kalle Nilsson, hanno servito il dessert (un N***rboll appunto) su un piattino “a tema” descrivendolo come ”negerbollar i en fin gammal ljusstake med en mörk kvinna i klänning på” (Negerbollar serviti in un bel candelabro d’epoca con una donna di colore con abito). Intervistato dal giornale (LINK) al quale alcuni avventori hanno segnalato indignati la cosa, il gestore Joakim Almqvist ha confermato di aver messo il dessert a menu con questa descrizione dichiarando di non aver avuto intenzioni cattive ma di aver voluto giocare sul fatto che quando erano piccoli non si poteva usare la parola senza sapere il perché.
Un commento idiota secondo la società proprietaria del ristorante tanto che i due sono stati licenziati il giorno stesso.
Ecco la ricetta dei “n*bollar del re” degli anni ’50.
SKIPPER MIX – HARIBO
Il 17 gennaio 2014 il colosso tedesco che produce le più celebri caramelle gommose del mondo (a partire dai coloratissimi orsetti) ha annunciato che avrebbe ritirato dai mercati svedese e danese le confezioni di ‘Skipper Mix’, in vendita da 30 anni. Motivo della scelta, l’accusa di razzismo dovuta alle liquirizie presenti nel mix raffiguranti maschere ispirate all’arte primitiva, dai tratti afro e asiatici che – secondo alcuni – rappresenterebbero stereotipi negativi legati a quelle popolazioni.
In un comunicato ufficiale la Haribo ha quindi annunciato il ritiro del prodotto considerato offensivo, precisando tuttavia di non avervi mai visto alcuna connotazione negativa. (LINK)
L’amministratore delegato della Haribo, Ola Dagliden, ha chiarito che le immagini raffigurate sulle caramelle contenute nel sacchetto “Skipper Mix” traggono origine dalle avventure di un marinaio che durante i sui viaggi per mare in tutto il mondo raccoglieva souvenir sotto forma di monete e maschere da ogni dove (LINK).
Un altro link sull’argomento (in svedese): LINK
KINA – FAZER
Il 20 settembre 2011 la popolare ditta di dolciumi Frazer ha diramato un comunicato stampa in cui informava che la confezione del loro cioccolato al latte con riso soffiato sarebbe cambiata. I popolari cioccolatini e la confezione sono stati lanciati nel mercato svedese nel lontano 1961 e da allora le loro sembianze sono rimaste invariate.
A seguito delle critiche mosse da Patrik Lundberg di origine sud coreana sul quotidiano Aftonbladet, secondo cui la confezione mostra una visione stereotipata ed antiquata del mondo asiatico, la ditta ha ritenuto di dover sostituire la confezione perché non venga percepita in modo negativo. I popolari cioccolatini con le sembianze cinesi ritenuti razzisti sono stati sostituiti da anonimi sacchetti politicamente corretti.
Ma i cioccolatini Kina non sono gli unici ad essere entrati nell’occhio del cicolone.
Anche i bastoncini di liquirizia fazer lakritsstänger hanno subito la stessa sorte.
Nötkräm
La confezione è rimasta invariata per decenni fino a che non è stato inserito al posto della immagine originale che vedete qui sotto il solo codice a barre. Questo fino a quando nel 2009 non è stata cambiata completamente la confezione (compreso il personaggio di pelle scura).
NOGGER BLACK
La più grande ditta produttrice di gelati, la GB Glace (Unilever) è stata accusata di razzismo dopo aver lanciato la sua campagna pubblicitaria per il nuovo gelato chiamato Nogger Black. La compagnia è stata criticata dal Centro Antirazzista, per l’associazione del gelato con la cultura dei giovani neri, usado nella pubblicita una scrittura in stile graffiti. La portavoce del Centro Antirazzista ha dichiarato di non essere contraria all’uso della parola Black ma contraria al pensiero in base al quale è stata costruita la pubblicità, un cuore bianco su sfondo nero con la dicitura “Nogger + liquerizia = vero”.
La risposta di GB Glass è stata che la questione è stata presa in seria considerazione e che si rammaricano del fatto che la pubblicità possa essere male interpretata e che ovviamente non c’è nessun intento razzista. Secondo la GB glas la pubblicità è pensata per fare associazoni con la cultura della strada e non la cultura dei neri.
Ecco un paio di link per seguire il dibattito
in svedese: AFTONBLADET
in inglese: SUPERBOWL
In conclusione in Svezia, forse più che in altri posti, nel passato remoto ma anche in quello prossimo, molte pubblicità hanno utilizzato persone di colore con una immagine stereotipata per promuove prodotti.
Seguite questo link che rimanda ad un collezionista svedese e rimarete sorrpesi dalla fantasia che si è profusa in queste pubblicità nel corso degli anni: HASSE ANDERSSON’S HEMSIDA
KALLE ANKA OCH HANS VÄNNER ÖNSKAR GOD JUL
Paperino e i suoi amici augurano Buon Natale
Anche il popolare programma natalizio di Kalle Anka e i suoi amici augurano Buon Natale (LINK) è stato sottoposto a censura. Infatti la casa di produzione Walt Disney ha deciso nel 2012 di eliminare alcuni personaggi della clip “Tomteverkstaden” (la bottega di Babbo Natale) ritenendo che potessero essere interpretati in chiave razzista come stereotipi di neri ed ebrei. Nell’intenzione della Walt Disney si trattava di adeguare un programma pensato negli anni ’30 agli anni 2000 . Lo spezzone incriminato è quello che riguarda una bambola nera alla quale Babbo Natale dà un calcio nel sedere ed un uomo anziano con una barba lunga che è alla guida di un asino con un carretto.
In realtà sembra che lo spezzone incriminato non fosse parte della prima versione della clip e che anzi fosse stato aggiunto e tolto diverse volte nel corso degli anni.
LILLA HJÄRTAT
In anni più recenti le illustrazioni di Stina Wirén per il libro Lilla Hjärtat hanno suscitato così tante polemiche che il libro è stato ritirato dalla vendita
Le ragioni per cui si è ritenuto di ritirarlo dalle vendite è che l’immagine di Lilla Hjärtat ricalca gli stereotipi con cui sono associate le persone di pelle scura. Oivvio Polite e il professore di arte Joanna Rubin Dranger hanno mandato l’immagine con la figura di Lilla Hjärtat a John Jennings, professore associato presso l’Università di Buffalo nello stato di New York, con focus su come gli afroamericani vengono rappresentati nei film, nella TV e in altri media perché lui ne potesse fare una valutazione.
Nonostante John Jennings non parlasse lo svedese e la sua valutazione si basasse unicamente sulle immagini del trailer del film e del libro per bambini ha potuto affermare che l’immagine di lilla Hjärtat aveva un contenuto decisamente razzista e che il libro ed il film dovevano essere bloccati. I bambini sono vittime incoscienti degli stereotipi poiché non riescono a contestualizzare storicamente ciò che vedono ed assorbono interamente le immagini che vengono loro proposte senza un approccio critico.
Secondo Paula, di origine colombiana che scrive sul blog Vardagsrasismen (Razzismo quotidiano) (LINK) l’obiettivo della clip era di permettere ai bambini di colore individuare dei caratteri in cui riconoscersi. Ma questa tipizzazione dei bambini di colore ha finito per assomigliare molto ad una Picannny, ossia uno di quei personaggi di stampo razzista che tipicamente venivano utilizzati nelle pubblicità negli USA negli anni dal ’30 al ’60. e che avevano come obiettivo quello di rendere ridicole le persone scure al fine di vendere dei prodotti ai bianchi.
Secondo John Jennings Lilla Hjärtat non avrebbe subito critiche se anziché essere rappresentata come una bambina scura come il carbone con grandi labbra e treccine fosse stata disegnata semplicemente come una bambina scura di pelle.
Miljöpartiet (il partito dei verdi) tramite la sua portavoce Maria Wetterstrand vuole introdurre un numero personale dal quale non sia possibile risalire al sesso delle persone ed in questo senso è stata presentata una mozione il 21/09/2016 (LINK). Nelle intenzioni nessuno, neanche le autorità, devono poter risalire al sesso di una persona dal suo numero personale.
Questa modifica al numero personale dovrebbe completare il processo di “pulizia” del numero identificativo personale iniziato qualche anno fa. Infatti prima della modifica agli immigrati veniva assegnato un numero dal quale era possibile risalire alla loro condizione di immigrati. Questa lettura del numero è stata eliminata ed ora si vuole introdurre lo stesso principio riguardo al genere.
Il numero personale svedese (l’equivalente del codice fiscale italiano) è stato introdotto nel 1947 ed è costruito in questo modo. Prendo l’esempio da Wikipedia.
Födelsedatum Kontrollsiffra |||||| | 811218-9876 ||| Födelsenummer
I numeri identificativi registrati prima del 1990 erano composti da 10 cifre. Le prime 6 indicano la data di nascita (senza il secolo), nel esempio qui sopra il 18 dicembre 1981 (a partire dal 2000 si usa mettere anche il secolo, quindi il numero personale è ora di 12 cifre). Le prime 2 cifre dopo la data di nascita indicano la provincia in cui la persona è nata o è stata registrata la prima volta. A partire dal 1990 questo numero è assegnato a caso e senza nessuna relazione con la provincia di nascita. In tale maniera anche a coloro che sono nati all’estero viene assegnato un numero casuale e non come accadeva prima un numero compreso tra 93-99, circostanza che col tempo è stata percepita come fonte di discriminazione.
La nuova proposta di modifica verrebbe incontro specialmente ai transessuali.
Naturalmente in Italia il codice fiscale contiene tutte queste informazioni.
La questione del numero identificativo personale mi permette di introdurre il nuovo argomento, ossia l’uso del
Pronome di genere neutro – Hen
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CEROTTI DEL COLORE DELLA PELLE – hudfärjade plåster
La questione è stata sollevata di recente. I produttori di cerotti in Svezia pensano che tutti abbiano la pelle chiara e producono solo cerotti di colore beige!
E’ quello che sostengono Steffi Aluoch e Christina Löwenström su Aftonbladet. La maggior parte dei prodotti che vengono pubblicizzati per il colore simile a quello della pelle in realtà contempla solo la pelle delle persone bianche. I cerotti per esempio esistono di tutte le forme, con disegni variopinti e colori sgargianti per i bambini … e del colore della pelle appunto che però è spesso solo beige, le persone di colore non vengono considerate. Dovrebbero essere prodotti invece cerotti di diversi colori della pelle per soddisfare le esigenze di tutti.
Jon Wonmarck della Cederoth che produce cerotti sostiene che non c’è stata domanda per colori alternativi ma comprende la critica riguardo al fatto che i cerotti beige sembrano essere fatti per persone di carnagione chiara. Si valuta quindi di produrre cerotti di colori della pelle che si adattino ad ogni tipo di carnagione.
Mustafas kiosk
NYHETER En barnbok som kritiserats för rasism har uppmärksammast i sociala medier de senaste dagarna. Nu går förlaget bakom boken ut med en ursäkt.
Barnboken “Mustafas kiosk” har kritiserats för att vara både rasistisk och full av stereotyper. Vilket inte minst upprör eftersom att boken är riktad mot barn. Nu ber förlaget om ursäkt på Facebook, efter att många hört av sig och kritiserat boken.
Man skriver bland annat att “Kabusa Böcker tar tydligt avstånd från rasism och främlingsfientlighet” och att man redan sen tidigare bestämt sig för att inte trycka några nya upplagor av boken.
Hugger huvudet av en man
Boken handlar, bland annat, om den mäktige Mustafa som hugger huvudet av en man för att sedan flytta till Köpenhamn för att öppna en kiosk. Boken är skriven av den danske författaren Jakob Martin Strid och gavs ut i Sverige redan år 2002.
Efter ursäkten skriver ifrågasätter ett flertal användare på Facebook varför boken gavs ut över huvudtaget.
– Det är många år sedan. Det här var en bok som kommit ut i många länder, och som om jag minns rätt fått priser. Ingen uppfattade den på det sättet då. Det kan vara så att samhällsdebatten och kunskapen har förändrats under de här åren, säger Kerstin Aronsson, förläggare på Kabusa förlag, till SVT.
http://www.svt.se/kultur/bok/bokforlag-far-kritik-for-boken-mustafas-kiosk
http://nyheter24.se/nyheter/inrikes/743861-forlag-ber-om-ursakt-for-rasistisk-barnbok
Analisi molto interessante – http://sv.gatestoneinstitute.org/8215/jan-loof
La stessa in inglese – http://www.gatestoneinstitute.org/8086/sweden-childrens-books
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Fonti
Blogg che evidenzia e spiega gli stereotipi razzisti – https://vardagsrasismen.wordpress.com/?s=rasism
In generale sul razzismo nella cultura infantile in Svezia
http://www.svd.se/kultur/fler-rasismdebatter-inom-svensk-kultur_3895574.svd?sidan=1
http://www.svd.se/kultur/understrecket/den-svenska-vithetens-blinda-flack_7516230.svd
http://sverigesradio.se/sida/artikel.aspxprogramid=1646&artikel=5958353
http://spraktidningen.se/artiklar/2011/06/historien-om-nar-det-svarta-ordet-skulle-bytas-ut
http://www.svd.se/kultur/fler-rasismdebatter-inom-svensk-kultur_3895574.svd?sidan=4 (articoli vari sulle questioni razziste nella cultura infantile in svezia)
http://www.dn.se/ledare/signerat/tintin-hjalp-lasarna-i-stallet-for-att-forbjuda-och-censurera/
http://www.svt.se/kultur/rasism-plockas-bort-ur-barnbok
http://feministisktperspektiv.se/2013/12/07/bildskolan-14-forlegade-bilder-och-ideer-i-barnkulturen/ (interessante articolo sulla letteratura infantile del passato con molte immagini – alcune prese anche dal mio blog!)
http://spraktidningen.se/artiklar/2011/06/historien-om-nar-det-svarta-ordet-skulle-bytas-ut (la storia del perché alcune parole nere si dovevano cambiare)
Dibattito su YOU TUBE – LINK
http://hotpot.se/politik/type/image/
http://www.expressen.se/kultur/fargade-historier/
Pippi Långstrump
http://www.svt.se/kultur/svt-rensar-ut-rasismen-ur-pippi-langstrump (l’articolo dove si dice che si tagliano i pezzi dove pippi si riferisce al padre come Negerkung).
Lilla Hjärtat
Posizione di un ricercatore universitario USA – http://www.dn.se/dnbok/lilla-hjartat-uppenbart-rasistisk-enligt-forskare/
Wiren ha smesso di disegnare lilla Hjärtat – http://www.dn.se/dnbok/efter-kritiken-wirsen-har-slutat-rita-lilla-hjartat/
Tin Tin
http://www.malinsvedjeholm.se/2012/10/om-rasism-tintin-och-vem-som-har-ratt.html (a proposito del dibattito su Tintin)
http://www.svd.se/tintin-utrensad-fran-bibliotek (altro articolo riguardo Tintin)
Ture Sventon
http://www.svd.se/kultur/ture-sventon-stoppad_5877795.svd
Sulla questione dei Pepparkakor
http://www.aftonbladet.se/nyheter/article15903602.ab
http://na.se/nyheter/laxa/1.1909703-pepparkaksgubbar-forbjuds-i-luciataget (l’articolo sul bambino a cui è stato vietato di essere un pepparkaksgubbe)
Caramelle e dolci
Skipper mix – http://www.repubblica.it/esteri/2014/01/18/foto/_caramelle_razziste_haribo_le_ritira_in_svezia_e_danimarca-76257020/1/#1
Skipper mix – http://www.expressen.se/kvallsposten/lakritsgodis-stoppas-efter-kritik-om-rasism/
Chokladboll
Perchè non bisogna usare la parola N*rboll – https://vardagsrasismen.wordpress.com/2014/07/27/i-chokladbollen-gommer-sig-rasismen/
Il punto di vita di uno svedese di colore a proposito della parola N***R – LINK
TV – clip Kalle Anka
Disney toglie spezzoni – http://nyheter24.se/nyheter/inrikes/734397-svart-docka-klipps-bort-fran-kalle-anka
http://www.svt.se/kultur/film/disney-censurerar-i-kalle-ankas-jul
Kina-Fazer
http://www.dn.se/kultur-noje/kulturdebatt/kinapuffar-debatten-som-fick-ett-nytt-ansikte/
http://www.sydsvenskan.se/varlden/ar-bilden-rasistisk/
in inglese – http://www.telegraph.co.uk/foodanddrink/foodanddrinknews/8778820/Nordic-confectionary-giant-redesigns-racist-logo.html
http://www.hd.se/2011-09-13/respons-till-tusen (Patrik Lundberg)
http://www.sydsvenskan.se/2011-09-19/fazer-andrar-kina-forpackning
Könsneutrala personnumer
http://www.aftonbladet.se/nyheter/article10591496.ab
https://www.riksdagen.se/sv/dokument-lagar/dokument/interpellation/konsneutrala-personnummer_H410545
Cerotti colorati – Plåster
http://www.expressen.se/dinapengar/plaster-i-alla-farger-kommer-ut-i-handeln/
http://sverigesradio.se/sida/artikel.aspx?programid=493&artikel=6230154
http://www.expressen.se/nyheter/ministern-glad-att-jag-inte-bor-i-sverige/ (Ministro danese contento di non vivere in Svezia)
http://ekstrabladet.dk/nationen/traet-af-racistiske-plastre-kraever-brunt-og-sort/5680853 – in danese
http://karlskronabloggen.se/2015/08/14/antligen-om-plasterproblemet/
Immagine di Helfrid Selldin – Glad Påsk
Zigenare
Kungens lilla piga
ABC boken – Neger
Svarte Petter
Negerkyssar
Grazie Laudie !
Un post ricchissimo molto ben documentato che ci fa conoscere aspetti della società svedese che non conoscevamo se non genericamente. Non mi sembra che in Italia ci sia (o ci sia stata) l’occasione per questi dibattiti: non vedo in giro canzoncine tradizionali o libri per bambini o dolciumi vari che possano dare adito a rimostranze; forse, nonostante (o forse proprio a causa del) il nostro “bel” passato coloniale canzoni prodotti e varia furono “rimossi” già dopo la seconda guerra mondiale …
Aspettiamo anche il seguito a questo post che tratta con la tua consueta levità profonda anche argomenti “sensibili”.
P.S. numero profughi per mille abitanti ospitati in Europa
Svezia (prima) 23,4
Norvegia 11,4
Danimarca 5,9
Finlandia 3,4
Italia 2,4
Grecia 2,0
Gran Bretagna (ultima) 1,8
Ciao Lorenzo,
Come sempre commenti molto competenti!
Grazie ancora
Buongiorno a tutti. Io son sicuro che non è una parola che fa il rispetto.
Si può offendere con un buongiorno o con un grazie.
Mi è sempre rimasto impresso da piccolo un incidente stradale in cui due automobilisti si insultavano dandosi del Lei (sara un esempio che forse significa qualcosa solo per me)..
Queste discussione servono solo ad instaurare un senso di colpa in noi verso le popolazioni immigrate.
Io sinceramente non mi sento personalmente in colpa.
Questo buonismo, a tutti i costi per partito preso e non per senso logico mi annoia.
Il rispetto ha la necessità di essere reciproco se no è una forzatura.
Potrei scrivere pagine ma non è il luogo.
Il mio pensiero sulla polemica dell’uso della parola negro: intolleranza su usi e costumi nostri. Non penso che nessuna delle persone da Lei citate abbia inteso in alcun modo usarla in modo offensivo allora il problema e solo di chi crea queste polemiche.
Saluti
Peter Trieste
Tutto molto estremizzato, il passato nel bene e nel male é cultura il tramandare informazioni che non sono più di moda.
Importante é il comportamento Che si adotta con norme e leggi e il rispetto verso il prossimo